
Ben ritrovati cari lettori.
Decidere come trattare l’autunno di Relisír Magazine, quest’anno 2021 che sta finendo, è stato particolare.
Siamo divisi tra il ritorno a scuola, l’inverno che arriva e il timore di un ritorno alla malattia, mentre domina il desiderio di normalità con la paura che ancora c’è, insieme alla speranza di ritrovare serenità e benessere.
Per questo ho scelto di condividere questo articolo che scrissi per voi qualche tempo fa.
Chi di noi non si è trovato in una situazione di forte stress?
Quasi sempre, se ci pensiamo bene, quando andiamo a ricercarne le cause arriviamo a trovare situazioni relazionali ed affettive, personali oppure relative al lavoro. Quando poi lo stress è collegato a manifestazioni fisiche, queste vanno ad aggiungersi: disturbi del sonno, difficoltà a digerire, mal di testa, mal di schiena, stanchezza e ridotte difese immunitarie. Lo stress, se prolungato, può cronicizzare e diventare una patologia!
Per quanto se ne voglia uscire, ci si sente come afferrati dentro a una morsa. Se poi non siamo direttamente interessati, magari ci stressiamo perché la malattia tocca un nostro caro. Si tratta di situazioni in cui si desidererebbe la normalità: non scappare via da quello che stiamo subendo, bensì semplicemente svegliarsi e, come per miracolo, realizzare che tutto è tornato a posto, nell’ordine quotidiano delle cose!
Vivendolo in prima persona, ignoriamo di non essere gli unici al mondo a trovarci in tali condizioni: altri come noi hanno sperimentato lo stato dello stress.
Trascuriamo inoltre che lo stress è una condizione “normale” con cui il nostro sistema intelligente risponde regolarmente ogni volta che deve adattarsi ad una richiesta che il nostro ambiente, sia esterno sia interno, ci presenta, e rispetto alla quale bisogna trovare una soluzione di adattamento. È così, infatti: il nostro organismo, insieme alle emozioni che arrivano dal nostro cervello emotivo, ci invia segnali di alterazione del nostro equilibrio che potrà essere ripristinato solo ed esattamente quando avremo trovato la nuova chiave adattiva.
Sottovalutiamo altresì che tutte le manifestazioni da stress segnalano una situazione in atto: una malattia o accumuli, nel tempo, di strati di tensione, ansia e preoccupazione.
Il corpo però è in grado di superare lo stress e la situazione che lo genera, insieme ai fattori che lo addizionano. Nei casi in cui, se prolungato, ci porti a cronicizzare diventando una patologia sorretta da stati infiammatori, si parla di “accumulo da stress”.
Ma cos’è lo stress? Parliamone! – Spessissimo accade che il solo pensare allo stress, stressi. Perciò, senza rendercene conto, è proprio in questo modo che lo incrementiamo!
Occorre sapere, tuttavia, che lo stress è una condizione di adattamento, ossia di risposte che il nostro Sistema Nervoso Autonomo (SNA) è chiamato a trovare attivando meccanismi “salvifici”. Queste soluzioni, una volta trovate, permettono ad altri sistemi di intervenire per recuperare stati di completo benessere.
Dunque lo stress ci serve: è grazie a esso che l’interazione intelligente tra questi meccanismi ha raffinato ed evoluto la nostra capacità di adattamento, tant’è che, a distanza di migliaia e migliaia di anni, siamo l’essere vivente complesso più evoluto rispetto ad animali e piante. Parliamo infatti di “resilienza” per riferirci alla nostra capacità di organismi intelligenti di aver affrontato non tanto la sopravvivenza sulla terra, quanto l’evoluzione!
Ma allora quand’è che lo stress ci fa male? – Quando non riusciamo a trovare risposte di adattamento o a recuperare stati di benessere: i due meccanismi del sistema saltano, si sbilanciano e noi lo sentiamo. Va in tilt la fitta comunicazione tra cervello, intestino e cuore, le tre centraline che interagiscono regolarmente contribuendo al nostro benessere e armonia.
Quando si entra in squilibrio è tuttavia necessario valutare anche la componente soggettiva e, quindi, parlare di stress soggettivo o percepito. Questo implica la modalità con cui ciascuno di noi reagisce in modo del tutto personale a quello che sta accadendo nella condizione stressogena: ciò che pensiamo, il senso e le emozioni che avvertiamo, l’eventuale incoerenza dei nostri messaggi interni che possono trovarsi in conflitto. Parliamo allora di stress emotivo che si aggiunge, innestando un pericoloso ciclo di cause ed effetti. Siamo in stress, ma la nostra reazione produce altro stress! È in questi casi che il distress diventa deleterio e può farci degenerare in stati di malattia.
“Resilienza” o saper reggere agli urti – La Resilienza è la condizione di perfetta Coerenza nella quale, pur rispetto alle avversità che in quel momento il nostro organismo vive, si sviluppa la capacità di reggere agli urti, quindi non solo di contrastare gli stimoli e la condizione di stress, quanto di sviluppare stati superiori adattivi. Tali abilità si definiscono di coping, ossia modalità di risposte evolute. In termini più tecnici parliamo anche di eustress, il cosiddetto stress buono!
Buone notizie dunque dal fronte stress: possiamo non solo sperare, quanto essere certi di poter trasformare una condizione di disagio e vulnerabilità in uno di stabilità ed equilibrio.
Scrittrice: Annamaria Agnano
