Antiossidanti e acqua.

L’età biologica dell’organismo umano è legata in primis allo stato ossidativo cellulare dei tessuti e degli organi. Per questo limitare il danno cellulare da ossidazione è il primo obiettivo anti-age, da raggiungere innanzitutto attraverso un sano stile di vita, che include la corretta idratazione dell’organismo, per quantità e qualità. Dato che il liquido da bere per eccellenza è l’acqua, la domanda di oggi è: “L’acqua può aiutare a ridurre lo stress ossidativo cellulare?” Se sì, attraverso cosa?

Facciamo una premessa: Il problema ossidativo nasce quando i cosiddetti “radicali liberi” sono presenti in eccesso rispetto alla loro quantità fisiologica e naturale. La loro “fame” di elettroni innesca un processo di ossidazione a catena che possiamo interrompere attraverso gli anti-ossidanti, sostanze capaci di “donare” elettroni, di fatto neutralizzando la nocività dei radicali liberi.

Tornando all’acqua, la domanda “anti-age” diventa quindi: “Esiste un’acqua antiossidante, ricca di elettroni, che possa contribuire a neutralizzare i radicali liberi” semplicemente bevendo?

Ebbene, sì, è stata scoperta in natura molti anni fa! Il primo studio risale alla metà del secolo scorso, e fu condotto da scienziati giapponesi sull’acqua di Tlacote, in Messico, ritenuta dalla popolazione locale terapeutica, addirittura miracolosa. Successivamente vennero studiate le acque delle correnti glaciali dell’Himalaya, bevute dalla popolazione degli Hunza, particolarmente longeva e quasi esente da malattie. A seguire altre fonti di cui si decantavano proprietà terapeutiche/miracolose, come Lourdes, in Francia, Nordenau in Germania, Tenryosui Hita in Giappone. La svolta si ebbe con la scoperta che tutte queste acque erano ricche di un antiossidante naturale, l’idrogeno attivo, che si generava dalla ionizzazione dell’acqua indotta dalla particolare composizione del terreno.

L’idrogeno attivo è composto da normali molecole H2 in forma gassosa, con elettroni in eccesso, da cui il potere antiossidante. Oggi gli studi sul potere antiossidante dell’idrogeno attivo sono sempre più numerosi in tutto il mondo, in quanto la scienza internazionale concorda nell’attribuire ai danni ossidativi indotti dai radicali liberi, in particolare quelli dell’ossigeno (ROS), la creazione di un terreno fertile all’insorgenza delle più svariate patologie. Ecco allora che il ruolo degli antiossidanti, e dell’idrogeno attivo in primis, assume una valenza preventiva in forma più generale, non solo anti-age. Inoltre l’idrogeno attivo è esente da effetti collaterali negativi tipici di molti farmaci. Vi invito ad approfondire gli studi scientifici recenti sull’idrogeno attivo, per esempio sul portale medico PUBMED.

Ma torniamo all’acqua. Si è detto che solo l’acqua in forma ionizzata può contenere grandi quantità di idrogeno attivo, misurabile con uno strumento apposito, che ne calcola la quantità in ppm (parti per milione), oppure in modo indiretto impiegando il misuratore del potere redox (ORP), che esprime la carica elettrica dell’acqua in mV, proporzionale al numero di elettroni liberi. Quando il valore redox diventa negativo, il potere antiossidante cresce. Ad esempio un valore ORP= -300 mV denota un potere antiossidante maggiore rispetto a un valore ORP= -150 mV. Se il valore ORP è positivo, significa invece che l’acqua è ossidante. Questo accade, ad esempio, con la comune acqua di rubinetto e di bottiglia, che assume valori compresi fra +150 e +300 mV.

L’argomento è affascinante e vasto, e soprattutto molto importante per la salute preventiva. Mi fermo qui aggiungendo un aspetto fondamentale: ogni acqua ionizzata antiossidante (anche l’acqua di Lourdes, per intenderci), diventa ossidante dopo pochi giorni dalla spillatura alla sorgente. Per questo motivo non è possibile che un’acqua acquistata in bottiglia sia antiossidante, perché giunge sulle nostre tavole molti giorni, spesso mesi, dopo l’imbottigliamento. L’acqua antiossidante può essere prodotta solo con un dispositivo ionizzante, e deve essere consumata entro poche ore, 48 al massimo. Un discorso analogo vale per frutta e verdura, che tutti conosciamo come antiossidanti, e che lo sono realmente solo se fresche! Per questo è da preferire assolutamente il km zero.

Essere informati anche di questi dettagli, per gli alimenti e per l’acqua, è importante per orientare più consapevolmente le nostre scelte salutari.


Scrittore: PAOLO SALVIOLI MARIANI, Operatore tecnico olistico, vice-presidente associazione di promozione sociale “Obiettivo Salute

Ti è piaciuto il post? Condividi!