Befana: La Dea di Luce.

Befana: La Dea di Luce.

Secondo i ritmi della Natura, nella prima parte dell’inverno si è nel periodo di maggiore contrazione della Terra. Durante il Solstizio invernale nasce il Sole bambino; la Madre Terra ha già donato i suoi frutti al mondo ed ora è spoglia, stanca e ricoperta di neve, assume le vesti dell’anziana e rappresenta la fase della saggezza, dell’interiorizzazione, della vecchiaia.

Anticamente, la dodicesima notte dopo il solstizio d’inverno, veniva celebrata la morte e la rinascita della Grande Dea della Natura attraverso rituali propiziatori di fertilità. Tra il 5 e 6 gennaio, come sua ultima notte da crona, volava alta nel cielo distribuendo regali ai bambini, doni-semi che sarebbero cresciuti sotto la neve e fioriti a primavera: esprimeva così l’aiuto attraverso un dono, una parola, una soluzione. Questa magica notte è l’Epifania, dal sostantivo femminile epifàneia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina), a sua volta derivato dal greco epi “dall’alto” e phanein “apparire”, che significa “mi rendo manifesto”.

Oggigiorno è chiamata volgarmente Befana e viene rappresentata come una vecchia strega, anche se realmente non è così, perché lei vola sì su una scopa come loro, ma cavalcandola al contrario, con la ramazza davanti; ha il capo coperto ma certo non da un cappello a punta, piuttosto da un fazzoletto annodato sotto al mento; la calza con cui porta i doni non è altro che un vecchio sacco di iuta che allungato può sembrare un calzettone. Questa vecchietta dai vestiti stracci, che ha già superato le fasi della fanciulla, madre, incantatrice, rappresenta la donna saggia, non più legata ai modelli sociali dominanti, ma libera di scegliere se stessa e il proprio sentire.

L’archetipo della Befana è ricco di simboli come la scopa di saggina che rappresenta la connessione tra terra e cielo, tra l’energia femminile e quella maschile. Allo stesso tempo simboleggia la pulizia e la capacità di lasciare andare tutto quello che non serve più. Questa donna saggia e di potere rappresenta il ciclo vita-morte-vita: un anno si è concluso, la natura ha vissuto la sua morte e il suo silenzio ed ora è pronta a rinascere. I suoi doni alimentari (frutta secca, mele, arance) vanno letti come offerte primiziali, che richiamano i semi della terra, svolgendo una funzione propiziatoria. Cenere e carbone invece, entrambi presenti nelle calze dei bambini cattivi, sono elementi primordiali, aventi la funzione di talismani. Il carbone allude al potere di auto guarigione del fuoco che, seppur spento, può essere riacceso e tornare ad alimentarsi, così come nel ciclo delle stagioni la primavera seguirà all’inverno. È proprio in questo periodo che si brucia il vecchio affinché avvenga la trasformazione e arrivi il nuovo in ogni ambito della nostra vita, dentro e fuori di noi.

La vecchiaia può cogliere la donna impreparata e renderla sofferente al processo oppure può essere una benedizione se ha vissuto consapevolmente le fasi precedenti della propria vita. L’immagine della befana è quella della nonna felice e libera nella sua solitudine. Come può la donna lavorare con questo archetipo? La Befana ci insegna a:

  • Risvegliare l’energia femminile permettendoci di scegliere cosa tenere e cosa lasciare andare, a cosa dare vita e a cosa dare morte.
  • Non utilizzare nel linguaggio come termine dispregiativo la parola Befana perché il significato non è quello che si vuole apostrofare, bensì ha un alto valore simbolico.

Come festeggiarla:

  • Il 6 gennaio getta via qualcosa che non ti serve più.
  • Se partecipi ad un falò, o semplicemente in casa con una candela, brucia un foglietto in cui hai scritto modelli limitanti di cui ti vuoi liberare per accrescere alla tua saggezza di Donna.

Namasté.


Scrittrice: FRANCESCA DALL’ASTA, Insegnante yoga e operatrice olistica e Specializzata nel risveglio della coscienza femminile

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