La profonda sapienza della placenta

La profonda sapienza della placenta

L’Early Life, specialmente i primi mille giorni (dal concepimento fino all’età di due anni), è considerato il periodo di sviluppo più critico in assoluto, dove si stabilizzano i fondamenti per la salute ottimale, la crescita del feto e lo sviluppo del sistema nervoso centrale.

Durante la gravidanza la mamma deve attivare e coordinare molteplici e diversi meccanismi omeostatici per supportare la crescita del feto, soprattutto per permettere il neurosviluppo e ottenere
risultati favorevoli. La funzione ottimale di questo processo di adattamento coinvolge mediatori della risposta neuroendocrina allo stress, e promuove la plasticità del cervello e la resilienza.

In caso di avversità prenatali eccessive, l’equi l ibr io omeostatico potrebbe essere seriamente compromesso e la risposta (mal)adattativa contribuire allo sviluppo di meccanismi patogenetici
prolungati. I segnali patologici che insorgono dalla madre possono essere trasmessi al feto in via di sviluppo, contribuendo alla comparsa di avversità della prole. Le traiettorie alterate del feto possono condurre a conseguenze acute o esiti a lungo termine, con suscettibilità potenziata alle malattie in età adulta (le origini fetali delle malattie nell’adulto o DOHaD).

Moltissimi studi identificano la correlazione tra l’interruzione della simbiosi materno-fetale e la comparsa di problematiche della funzione immunitaria e aumentato rischio di patologia metabolica nella prole. Lo stress prenatale può influire negativamente sullo sviluppo di organi e funzioni, soprattutto per quanto riguarda il cervello, ma anche su funzionalità e morfologia cardiaca e, conseguentemente, comportare esiti avversi alla continuazione della gravidanza.

I meccanismi stressogeni potenzialmente innescanti infiammazione materno/fetale sono riassumibili in: consumo di alcol, esposizioni chimiche, stress psicologici, infezioni, malattie  eclampsia/diabete gestazionale). Durante la gestazione la placenta serve come mediatore tra la mamma e il feto, fornendo nutrienti e ossigeno al bambino, rimuovendo la spazzatura e
l’anidride carbonica. Moltissime culture seppelliscono la placenta dopo la nascita, in rispetto del ruolo che ha avuto di guida attraverso il parto, o il suo collegamento con il futuro del bambino.

Il livello di rispetto di queste culture nei confronti della gravidanza sembra appropriato dato che stanno comparendo sempre maggiori evidenze sull’importanza della placenta nel neurosviluppo.
Un ruolo importante hanno le infezioni batteriche o virali: durante la gravidanza possono aumentare le citochine infiammatorie, potenzialmente alteranti la funzione placentare. L’attivazione immunitaria materna (MIA) durante  la gravidanza è collegata all’incremento del rischio per patologia neuropsichiatrica della progenie. Dopo l’influenza materna, la crescita della placenta si riduce e avviene un’interruzione dello sviluppo vascolare, con conseguente riduzione dei nutrienti e dello scambio dell’ossigeno.

L’influenza materna altera anche l’espressione di molti geni, spesso implicati nei percorsi di infiammazione, immunità, ipossia, disturbi neuropsichiatrici. Il cervello della prole ha manifestato cambiamenti persistenti in alcuni geni neuronali chiave molte settimane dopo l’esposizione materna. Il MIA comporta l’aumento dell’IL-6 materna, una citochina pro infiammatoria che risponde
alle infezioni.

Potrebbe giocare un ruolo critico perché impatta l’angiogenesi della placenta e la permeabilità vascolare, la produzione ormonale o ulteriori cascate di segnali infiammatori nella circolazione fetale.
Alcuni fattori prenatali potrebbero supportare la resilienza fetale agli effetti del MIA: tra questi alti livelli di vitamina D, ferro, zinco,  accessibilità di omega-3 acidi grassi e un efficiente sistema
di risposta antinfiammatoria e antiossidante.

Dall’altro lato, ipoferremia e anemia, diabete mellito gestazionale, stress materno durante la gravidanza, disbiosi del microbiota intestinale, storia materna di esposizione ai cannabinoidi può aumentare la suscettibilità fetale in risposta al MIA. Diventa quindi molto importante, nella presa in carico della futura madre, considerare tutti questi aspetti legati alle nuove scoperte in ambito
scientifico. Ogni operatore che ha un ruolo importante nell’affiancamento della futura mamma può dare tanto al sostegno della diade madre-bambino, per evitare spiacevoli inconvenienti gestazionali e permettere uno  sviluppo fisiologico e sano del nascituro.


Scrittrice: Gloria Curati

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