
L’autunno è la stagione in cui si ripone nei depositi il frutto del lavoro di tutto l’anno: questo è molto chiaro agli agricoltori, ma anche ai gestori di alberghi e ristoranti, dopo il tutto-pieno della stagione estiva.
Il ritorno dalle vacanze, al tempo stesso, costituisce per molti l’inizio di un nuovo corso: si riaprono le attività, ricominciano le scuole, si lanciano nuovi progetti sia lavorativi che personali. Viene facile, quindi, pensare all’autunno come al periodo in cui dare il via a qualcosa di nuovo.
Negli anni passati insieme abbiamo analizzato i diversi aspetti della vita interiore. È arrivato il momento di pensare a un progetto che durerà un anno intero: partiamo ora con un’attenzione specifica a quello che si muove dentro di noi, andando via via sempre più in profondità per gestire a meglio i momenti di vita. Pronte/Pronti?
Per prima cosa osservate quali sono i cambiamenti di questo periodo. Potreste avere molte novità: i figli che cambiano scuola, il lavoro che propone nuove operatività, la scelta di un percorso alimentare più adeguato alle proprie esigenze, un hobby ritrovato, una diversa attività fisica, un progetto che intendete realizzare… ognuno sa cosa sta accadendo nella propria vita. Per qualcuno tutto questo può costituire uno stimolo, per altri una sfida, per altri ancora un carico. Prendersi qualche momento di respiro può rivelarsi un vero toccasana. È il primo passo per incontrare gli spazi interiori e avvicinarsi alla meditazione.
Creati uno spazio di ascolto: trova una posizione comoda, sulla seggiola o a terra, come descritto nel box. Ora osserva la colonna vertebrale: è autosostenuta, non è appoggiata allo schienale, ma è libera e flessibile.
Sei nella giusta posizione, quella dedicata a te. Respira, ascolta il respiro, sentilo mentre esce, lieve e mentre entra, sottile e profondo. Il respiro esce e l’addome si svuota e si ritrae, come pure il torace. Il respiro entra ed espande il torace, poi scende e si espande anche l’addome. Respira alcune volte in questo modo, semplicemente, osservando i movimenti prodotti dall’aria e ascoltando quello che succede dentro di te. Ora porta l’attenzione al tipo di respiro. Continua a respirare come prima e fai in modo che il respiro diventi silenzioso e progressivamente più lento. Allunga leggermente il tempo che serve per espirare. Ad esempio inspiri e conti fino a 4, lentamente; espiri e conti fino a 6 (o 5, come viene meglio). Non c’è sforzo, il respiro entra, il respiro esce. Lento, profondo, ritmico. Così i tuoi organi interni vengono massaggiati dolcemente e i pensieri si fanno più quieti. Continua così, per il tempo che ritieni appropriato. E così, semplicemente, sono passati 6-7 minuti senza fatica. Così si inizia a meditare… Respirare in questo modo ogni giorno per 10 minuti è un vero toccasana per il sistema nervoso, porta benessere e calma, riduce lo stress e gli stati ansiosi. Questo è il primo step: in questo nuovo inizio inserisci anche la meditazione quotidiana.
Accogli l’autunno con le sue bellezze, osserva la natura che inizia a ritirarsi e i colori intensi di questo periodo per ridipingere la tua vita e dare spazio a nuovi aspetti di te.
Namaskar
D.ssa Patrizia Manuela Rottigni
Meditazione e Psicologia dell’Anima
Alcune meditazioni semplici sono disponibili sul sito https://patriziarottigni.wixsite.com/agire
1 – MEDITAZIONE
Meditare è più facile di quanto si pensi: l’unica necessità per ottenere risultati è un po’ di costanza in modo che questa pratica diventi un’abitudine che può rivelarsi utile in momenti particolari.
La meditazione è una: fermarsi, respirare, ascoltare e lasciare che la pace prenda spazio in se stessi.
I tipi di meditazione sono innumerevoli: su un oggetto, come la fiamma della candela, un’immagine ispirante, la figura di un Maestro; meditare con un mantra, con un pensiero-seme, su un tema specifico; la meditazione del silenzio, del respiro quella del vuoto; meditare con immagini e suoni interiori… Esistono anche numerose tradizioni: Buddhista, Zen, Esoterica, Trascendentale, dei Padri del Deserto… negli ultimi anni ha preso consistenza una forma chiamata Mindfulness, che è uno degli aspetti della meditazione.
Dopo 35 anni di pratica propongo un metodo semplice che abbraccia i diversi aspetti dell’Essere Umano, con lo scopo di ottenere uno spazio di tranquillità, nel momento presente e di conoscere sempre meglio se stessi, come suggerisce la scritta dell’Oracolo di Delfi.
2 – POSTURA
Proprio perché inizia un percorso è utile qualche indicazione sulla postura: più è corretta, più è facile dirigersi verso l’interno. Una buona postura sposta l’attenzione dal corpo fisico, per questo non è consigliato muoversi, perché immediatamente l’attenzione tornerebbe alla realtà concreta.
Seduti a terra: per gli occidentali è complicato, la struttura osseo-tendinea rende difficile stare nella posizione del mezzo-loto senza muoversi, per non parlare poi del loto. Oltre il 75% degli occidentali non regge a lungo la posizione a terra con le gambe incrociate senza doversi muovere, quindi è consigliata solo a chi la pratica abitualmente senza dolori e senza muovere il corpo. In ogni caso è bene assicurarsi che le ginocchia siano molto comode, magari sostenendole con piccoli cuscini.
Sulla seggiola: è l’ideale, si tengono i piedi piatti a terra e le ginocchia leggermente aperte, così da formare un triangolo di appoggio molto simile a quello della posizione a terra. È importante trovare una seggiola a seduta piatta: spesso il sedile ha una piccola conca o scende all’indietro, il che rende impossibile la rotazione in avanti del bacino, che è molto importante. Chi non ha una seggiola con seduta piatta o uno sgabello può sistemare un piccolo cuscino sotto il coccige o posizionarsi all’inizio della seggiola. In questo modo il bacino sarà orientato in avanti e la colonna vertebrale sarà eretta spontaneamente come nella posizione a terra. In entrambi i casi le spalle sono rilassate, le mani adagiate sulle ginocchia, il mento leggermente reclinato verso lo sterno, così la zona occipitale di allunga e le vertebre cervicali si allineano al resto della colonna vertebrale.
Scrittrice: Patrizia Rottigni
