Occhio all’equilibrio!

Gli unici occhi belli sono quelli che vi guardano con tenerezza, scriveva Coco Chanel.

Sono lo specchio della nostra anima, riflettono il nostro stato di salute e ci comunicano emozioni profonde.

Con l’utilizzo delle mascherine, che ci costringono a celare buona parte del volto e delle nostre espressioni facciali, ho cercato di interpretare gli occhi dei miei pazienti, per capire sensazioni, emozioni ed espressioni che effettivamente davo per scontate.

Ho imparato nuovamente a comunicare anche con gli occhi, perché uno sguardo amorevole dice più di mille parole e permette allaltro individuo di sentirsi accolto.

Nella mia professione la valutazione dell’occhio è anche molto importante per comprendere alcune sintomatologie dei pazienti che mi si rivolgono.

L’occhio è il principale organo sensoriale afferente del Sistema Tonico Posturale, dal quale provengono la maggior parte delle informazioni esterocettive (dal mondo esterno a noi) dirette al cervello. Inoltre la vista costituisce la principale sorgente della sensazione cinestetica (legata al movimento).

Ciò significa che l’occhio deve essere in grado di ottenere un’ottima percezione visiva, poiché una differenza di acuità può portare a un’instabilità posturale, quindi deve funzionare in modo tale da non creare un adattamento posturale di compenso.

Il concetto di postura non si riferisce ad una condizione statica, rigida e prevalentemente strutturale.

Si identifica con il concetto più generale di equilibrio, inteso come “ottimizzazione” del rapporto tra soggetto e ambiente circostante, cioè quella condizione in cui il soggetto stesso assume una postura o una serie di posture ideali rispetto alla situazione ambientale, in quel determinato momento e per i programmi motori previsti.

Un compito così importante non può essere affidato ad un solo organo o apparato ma richiede un intero sistema, quello che ho definito prima come Sistema Tonico Posturale (STP), cioè un insieme di strutture comunicanti e di processi cui è affidata la mansione di contrastare la gravità, opporsi alle forze esterne, adattarci allo spazio che ci circonda e permettere l’equilibrio nel movimento, guidandolo e rinforzandolo.

Per realizzare queste complesse attività l’organismo utilizza differenti risorse, tra cui i recettori posturali.

Si riconoscono diversi recettori posturali primari con funzione estero e propriocettiva, i quali sono in grado di informare il Sistema Nervoso Centrale del loro stato e di indurre una risposta posturale specifica per quel determinato momento, modificando lo stato delle catene cinetiche muscolari e di conseguenza gli equilibri osteo-articolari.

Per fare in modo che il STP possa utilizzare le informazioni visive è necessario che siano comparate a quelle che provengono dal vestibolo (orecchio) e dai piedi.

Le disfunzioni oculari causate dai disordini posturali si possono riassumere in deficit della convergenza, eteroforie (o strabismi latenti), alterazioni dei movimenti saccadici (rapidi), ametropie (difetti visivi), disturbi indotti dagli occhiali.

Queste alterazioni visive comportano sempre compensi a livello posturale e, poiché il STP cerca sempre di riportare lo sguardo il più orizzontale possibile per raggiungere un’ottimale visione binoculare, gli adattamenti della colonna possono comportare problematiche a livello del rachide, ma anche cranico, con comparsa di emicrania.

Nei bambini, spesso, i disturbi della vista sono associati a disfunzioni dell’apparato stomatognatico (masticazione, deglutizione e fonazione).

In ambito posturologico, gli occhi sono definiti come i più importanti perturbatori discendenti della postura.

Da un punto di vista osteopatico è possibile intervenire in alcuni casi tramite la manipolazione delle strutture vertebrali in disfunzione, delle ossa craniche e delle strutture fasciali oculari.

Ovviamente sarà fondamentale in tali problematiche l’integrazione con le figure del medico oculista, dell’ottico-optometrista e dell’ortottista.


Scrittrice: Gloria Curati

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