Quando il linguaggio che usiamo ci usa.

Quando il linguaggio che usiamo ci usa.

Dico che è troppo presto, poi che è troppo tardi…
Non ho più tempo… Ho tutto il tempo davanti…
Son troppo vecchio… sono troppo giovane…
Non riesco, non ce la faccio…
Se mi vuoi bene fai come ti dico… Fallo per me… Lo faccio per te…
Mi fai soffrire… Ti amo da morire…
Non ci voglio pensare… Ci devo pensare bene…
Come posso decidere… Basta, decido!

Quanti, quali messaggi interni e intimi, dialoghi infiniti e ripetitivi, anche ossessivi, covi o esterni ogni giorno? Prova a pensarci!

Il linguaggio è la condizione nella quale ci formiamo dai tempi in cui, tutti noi, siamo nel grembo materno. Attraversiamo questo ambiente evolvendoci, crescendo nella forma e nella sostanza, nutriti attraverso il cordone ombelicale e il trasferimento delle emozioni materne alle quali ci adattiamo meglio o peggio. Sviluppiamo così la nostra prima impronta, o imprinting, al come reagiremo allo stress una volta adulti, prima ancora che negli anni della formazione.

La ricerca scientifica però ha dimostrato la possibilità di modificare il nostro percorso genetico attraverso uno stile di vita appreso e preso, ovverosia praticato nel quotidiano e tradotto in uno stile di vita che ci permetta di influenzare il nostro percorso tracciato, evolvendolo. È quindi possibile modificare ciò che è scritto attraverso i nostri comportamenti, gli atteggiamenti e l’approccio stesso entro uno stile di vita scelto e riformulato.

Il nostro DNA non definisce il nostro destino, le scelte di vita che faremo o le emozioni che proveremo. Il linguaggio però lo fa: ci forma e per-forma, costruendo per noi i presupposti di tutte le scelte, di tutte le decisioni, di tutte le emozioni che influenzeranno il nostro stare in relazione a noi stessi, con gli altri, con il mondo.
Quanto? Illimitatamente! Esso condiziona i nostri sentimenti, il modo di sentirsi sicuri o insicuri; di farcela o non farcela in situazioni che, prima di ogni altra cosa, immaginiamo nella nostra testa, ossia rispetto alle quali esprimiamo la nostra “comunicazione interiore”; con domande e risposte che ci poniamo e che ci diamo; costruendo certezze che “certificano” le nostre scelte, permettendoci di andare avanti o fermarci; provare a farcela o rinunciare; accogliere gli errori e imparare da essi; oppure fermarsi e rinunciare per sempre.

Finalmente dunque un dubbio interessante si prospetta alla nostra vita: siamo davvero  sicuri che il linguaggio interiore, familiare, ereditato ed acquisito, possa restare per sempre immutato dentro di noi? Che fare se i modi di dire diventano i nostri modi di essere? Possiamo cambiarli, trasformando ciò che abbiamo intessuto e tessuto su noi stessi, sulle nostre capacità e adeguatezza, sicurezze e fallimenti?

Smettere di “parlarsi addosso” e riappropriarci del linguaggio efficace per svolgere la nostra vita è concretamente praticare il Metamodello: un’importante tecnica “strategica” che ci consente di accedere ad un linguaggio più profondo, di relazione, ossia rispetto al quale re-impostare la relazione con noi stessi, rendendo nuove le vecchie aspettative, verso prospettive di rinnovamento della nostra identità. Il processo identitario di ognuno di noi evidentemente non è statico, bensì dinamico, e percorre la nostra esperienza di vita con l’esplorazione promossa attraverso i sensi, verso una costante condizione di presenza; con una rinnovata capacità di superare le etichette delle parole; oltre ai pre-formati e presupposti, e quindi i pregiudizi, che categorizzano il nostro modo di essere. Riappropriandoci del nostro linguaggio rinnovato più profondo determiniamo chi possiamo diventare.

I nostri cinque sensi, allora, potranno interagire e potenziare, andando verso quell’esperienza intuitiva che ci permette di attingere alla nostra resilienza. Agire senza reagire; concentrare il nostro sforzo verso il “milieu interiore”, una sorta di “perfezione” del nostro sviluppo di persona, essere umano, dove tutto di noi fluisce e scorre, come fiume verso mare!

Come praticare il Metamodello, come riuscire a farlo diventare un tuo modo di esprimerti?

Scrivimi: annamaria.agnano@gmail.com


Scrittrice: DOTT. SSA ANNAMARIA AGNANO, Psicologa e Psicoterapeuta. Formatrice, trainer e blogger, si occupa di psicologia dello stress, psicosalute e BenEssere.

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