
In tutto il mondo l’equinozio di Primavera è legato a miti d’amore, morte e rinascita che catturano la fantasia e il cuore degli uomini come una magia sottile. Persino la nostra epoca moderna, frenetica e sfuggente, rimane ammaliata dall’equinozio di Primavera, che segna il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, legato al risveglio della natura, fra una divinità maschile appartenente al sole e una femminile legata alla Madre Terra.
In ogni celebrazione antica, questo è il momento della Resurrezione.
Per gli egizi si celebra il Dio Osiride, resuscitato dal regno dei morti dalla sposa Iside, mentre la Sfinge di Giza è rivolta al sorgere del sole. In Messico invece il tempio del serpente piumato a Chichén Itzá riproduce la discesa del serpente dai nove gradini della piramide mentre si celebra la resurrezione del Dio del mais Hun Hunahpu. In Babilonia si celebra la risalita di Adon ad opera della sua sposa Isthar, così come nel mito greco Persefone, regina del regno dei morti e sposa di Ade, torna sulla terra e sua madre Demetra piena di gioia per celebrarla fa risorgere tutta la natura.
La Chiesa invece ha assorbito questo giorno associandolo a due giorni santi, l’annunciazione della Vergine Maria il 25 marzo e la Pasqua, risurrezione di Gesù, il cui nome ha origine dalla dea germanica antica della fertilità Eostre o Ostara, che si celebra la prima luna piena dopo l’equinozio di Primavera.
Ovviamente i miti e le divinità portano in sé un simbolo, un messaggio, e la primavera annuncia la rinascita: il dio e la dea che vivono non solo in noi, ma in ogni aspetto della vita, ci chiedono di aprirci passando attraverso la porta dell’amore, un amore che nasce e cresce in primis verso se stessi e poi verso l’altro.
Un verso del vangelo apocrifo di Filippo recita: se non si resuscita prima mentre si è ancora in vita, morendo non si resuscita più. Si rinasce solo quando si unisce la luce all’ombra, sentendo che si è parte del Tutto: che Dio e Dea, Luce e Buio, Maschile e Femminile vivono in noi e solo accettando entrambe le parti possiamo creare, morire e rinascere per quello che siamo e vivere nell’Uno.
Troviamo questa unione anche nell’uovo, simbolo connesso alla primavera e più specificatamente alla Pasqua, che rappresenta la vita intera attraverso l’energia ricettiva, o femminile (l’albume) e quella attiva, o maschile (il tuorlo) all’interno del guscio, elemento di protezione. Le uova sono il simbolo dell’origine di tutte le cose: anche noi proveniamo da un seme che ha la stessa struttura dell’uovo.
Come possiamo celebrare l’Equinozio e in generale la Primavera, ricordando che questo è il periodo in cui siamo proiettati verso il mondo e l’azione concreta in esso?
Sostenendo i processi di purificazione e rigenerazione attraverso lo yoga, la meditazione, la respirazione e l’alimentazione;
Camminando nella natura per riconoscere i cambiamenti della Terra mentre si risveglia;
Circondandosi di fiori per ricordare la nostra appartenenza alla natura;
Piantando semi in giardino e nei vasi, o per dare il benvenuto alla Dea, o come simbolo per seminare nuovi intenti prendendosi l’impegno di crescere le piantine con amore;
Svuotando i cassetti, eliminando tutto ciò che non serve e che fa ristagnare l’energia nella stanza (si consiglia di pulire casa con acqua e sale per purificare);
Imparando a creare qualcosa con le mani stimolando la creatività;
Facendo un cerchio di arance che rappresentino il sole, pensando a tutto quello che ci dona;
Dipingendo uova con i simboli del sole (maschile) e della luna (femminile), o con delle qualità, e di seguito mangiarle per incorporare l’energia del simbolo: queste uova sono “semi spirituali” che vengono piantati al nostro interno e che germoglieranno durante l’anno;
Meditando sui nuovi inizi;
Regalando alla Terra del miele o un cristallo;
Accendendo candele gialle, verdi o bianche e incensi od oli essenziali con profumazioni floreali delicate;
Riempiendo un calice con buon vino e preparando dolci fatti in casa, donandoli poi alla terra, agli elementali della natura e ai piccoli animali dei boschi o dei parchi come offerta;
Facendo qualcosa di nuovo, di mai fatto prima;
Aspettando l’alba davanti ad un piccolo falò con amici: tradizionalmente venivano accesi fuochi rituali sulle colline e più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra.
Celebriamo quindi la nostra apertura al senso più profondo della rinascita che spalanca le porte della mente e del cuore.
Buona rinascita e celebrazione!
Namastè
Scrittrice: Francesca Dell’Asta.
