Siamo ciò che mangiamo

Siamo ciò che mangiamo

Da qualche anno la tematica del cibo è un must di social, riviste e programmi TV, sia per interesse culinario che di benessere. Ci si ferma però sempre a un aspetto superficiale e razionale di ciò che dovremmo mangiare per ottenere salute e bellezza, senza parlare di quanto il cibo sia importante per il nutrimento dello spirito e dellanima.

Il legame del cibo con gli aspetti evolutivi della persona, e di conseguenza dell’umanità dal momento che ne siamo parte, è in realtà molto rilevante e ogni volta che mangiamo scegliamo, consapevolmente o meno, la nostra direzione. Ogni alimento che selezioniamo porta in sé la sua storia dalla prima comparsa sul pianeta fino ai giorni nostri, le informazioni sul suo modo di crescere e di vivere e tutti i suoi messaggi energetici.

Gli scritti antichi della Medicina tradizionale cinese ci raccontano con il loro stile poetico che la trasformazione e l’elaborazione di ciò di cui ci nutriamo producono il Qi (energia) e il Sangue, sede delle nostre emozioni, che si tinge di rosso nel Cuore e poi viene immagazzinato nel Fegato, pronto a nutrire tutti gli altri Organi, le relative strutture e regia delle nostre emozioni e dei loro movimenti. Questo determina la composizione del Sangue e quindi i nostri pensieri e le nostre azioni, il nostro carattere e il modo in cui la nostra energia si manifesta. Il sistema arterio-venoso è il complesso sistema di trasporto del Sangue nell’intero organismo e crea una vera e propria rete di comunicazione e distribuzione della coscienza. “Sangue” non è solo una sostanza, ma un insieme di funzioni e dipende da tutto ciò che assimiliamo.

Tutto questo è testimoniato dalle regole che caratterizzano le varie religioni e culture: ognuna attraverso simbolismi e usanze ha redatto indicazioni per condurre l’uomo verso la divinità corrispondente mediante il progresso spirituale. Le diete vegetariane e vegane sono spesso scelte per moda o moralismo, ma in un vero percorso evolutivo non sono scelte di rinuncia, bensì nuovi piani di risonanza per cui la scelta va verso alimenti con frequenze più sottili e quindi principalmente vegetali. Queste vibrazioni, sebbene si possano percepire in senso qualitativo, non sono empiriche, ma anche misurate in gradi Angstroms e comparate a quelle umane, constatando che i vegetali hanno vibrazioni uguali o più alte rispetto a quelle umane mentre quelle dei cibi di derivazione animale sono inferiori. Le vibrazioni umane vengono mediate da quelle del cibo ingerito e trasformato, per cui se quella del cibo è più alta dell’umana, le vibrazioni umane tenderanno ad innalzarsi dirigendo la persona verso una condizione di maggiore salute. Al contrario se le vibrazioni del cibo sono inferiori a quelle umane la media finale delle vibrazioni del consumatore si sarà abbassata, spingendolo verso uno stato di rischio della salute, fino alla malattia se l’assunzione diventa costante, in quanto esiste una soglia limite che deve essere sempre mantenuta per garantire la salute ottimale e la vita. Lo stesso discorso vale per la qualità del cibo: lo stesso alimento, animale o vegetale che sia, cambia le sue vibrazioni a seconda di provenienza, qualità produttiva, tempi e metodi di conservazione.

Nutrirsi è una questione di cuore: quando scegli cosa mangiare pensa a quanto sei disposto ad amarti. Quando si parla di “apertura del Cuore” non si intende solo un varco verso l’esterno orizzontale sul piano terreno, ma anche un passaggio verticale verso l’Universo con cui lo Shen (coscienza superiore) è in indissolubile connessione. È l’espansione dell’Anima che abbraccia il mondo e lo accoglie nella sua grandezza, pronta a riceverne i doni. È concedere al divino di entrare nel corpo e renderlo sacro. Per questo nutrirsi è un atto da onorare con la consapevolezza del suo valore, scegliendo le pietanze migliori e adatte ad ognuno di noi. Solo così l’Anima si libera e si esprime.


Scrittrice: Martina Ghezzi.

Ti è piaciuto il post? Condividi!